In 18 capoluoghi in cui si vota per le amministrative il M5S è senza un candidato.
Il futuro del M5S è molto diverso da quello di quattro anni fa. L’esplosione di consensi che aveva portato i grillini alle stelle e al governo si è consumata nel giro di questa legislatura. Colpevole di questo cambio di marcia del Movimento sono stati i drastici cambiamenti che hanno modificato l’identità stessa del movimento. Le varie fratture interne e le incoerenze mostrate nel corso di questi anni hanno fatto perdere al M5S una buona fetta dell’elettorato che si è sentito tradito per l’ennesima volta.
Il MoVimento si proponeva di essere l’alternativa antisistema che avrebbe dato voce alle fasce più deboli e inascoltate della società. Per questo motivo, un apoteosi di voti si è registrata nelle regioni meridionali. Ma le varie fazioni hanno portato a galla molte incoerenze del movimento che fa fatica a riconoscersi. Ed è per questo che oggi per le prossime amministrative si ritrova a non avere candidati, e in alcuni casi nemmeno una lista.
La partecipazione e l’adesione al Movimento è diminuita drasticamente tanto che nessuno si vuole più candidare con loro. In alcuni casi, come a Verona e a Belluno non c’è nemmeno la lista. Una scelta obbligata, quindi, quella dell’alleanza con il Pd per non perdere ulteriori consensi. Le amministrative si avvicinano e manca un mese alla prima tornata del 12 giugno. I risultati daranno un quadro più dettagliato di quella che sarà la situazione per le politiche.
Nessuno vuole candidarsi con i 5 stelle
Il M5S ha scelto di seguire Letta nonostante i dissidi tra i due partiti. Ma non era molto ampia la scelta del Movimento. Su 26 capoluoghi di provincia al voto, in 18 casi il M5S affianca il Pd perché non ha trovato un candidato. Verona e Belluno hanno inserito il M5S in una lista civica così come a Como in alternativa al Pd. A Piacenza si è alleato con i Verdi sempre in opposizione al Pd.
“La verità — spiega l’europarlamentare Dino Giarrusso a Repubblica — è che oggi andiamo a cercare le persone ma con noi non si vogliono più candidare. Forse perché molti di noi sono assenti dai territori e puntano ad una gestione verticistica che è la negazione stessa di quel che è stato il Movimento. Come si fa solo a pensare di non coinvolgere la base per scegliere il candidato presidente della Regione per il prossimo autunno?». Nel frattempo gli esperimenti di governo territoriale sono falliti quasi tutti: Roma, Torino, Livorno, Ragusa, nessun rieletto.